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Nell'articolo
seguente, pubblicato inizialmente su bbs-italia, Mauro
Tripiciano affronta le principali tematiche riguardo l'essenza
della BBS e la questione sempre aperta sulla sua applicazione
per una migliore efficacia nell'ambito della sicurezza sul
lavoro.
Articolo sulla BBS di Mauro
Tripiciano 11/9/2008 |
Senza dubbio i padri della BBS
sono gli scienziati, ed in particolare gli psicologi. Il fatto
che la prima applicazione pratica sia stata sulla sicurezza di
un panettiere del Michigan ha facilitato il passaggio dalla
Behavioral Science alla Behavior Based Safety.
Passando all'applicazione
nelle organizzazioni bisogna però ricordarsi che l'obiettivo
della BBS é modificare i comportamenti, non applicare la
Behavioral Science "per se".
Le tecniche di Management ci
forniscono abbondanti ed efficaci strumenti che influenzano il
comportamento del personale, quali l'interesse esplicito dei
capi, l'esempio, il coinvolgimento del personale, la
comunicazione, il porre obiettivi misurabili ecc.: senza
dubbio sono tutti strumenti che potrebbero essere enumerati
anche tra quelli della Behavioral Science (influenzano i
comportamenti individuali e di gruppo), ma in pratica sono
nell'assortimento tipico della gestione, senza ricorrere a
strumenti scientifici.
Si può immaginare che alcuni
comportamenti possano richiedere particolari studi
quantitativi (frequenza, durata, latenza ecc.) per essere
compresi e per misurarne i cambiamenti, ma la maggior parte
dei casi é analizzabile col buon senso e con una semplice
Analisi delle Cause, soprattutto se si chiedono suggerimenti
agli stessi operatori.
Molti guru della BBS (ad
esempio Krause e Geller), eminenti psicologi, si sono ormai
convinti che la massima parte dei benefici (leggi cambiamenti)
sono raggiungibili con il coinvolgimento, la comunicazione,
obiettivi chiari ed altre cose semplici; ovviamente si possono
aggiungere programmi “di rinforzo”, più efficaci se valutati
con le tecniche della Behavioral Science
Quindi:
1. é fondamentale passare da
un SGS che misura gli incidenti (ed eventualmente i “quasi
incidenti”) ad un sistema che abbia obiettivi di
comportamento: é come passare dal "controllo qualità" sui
pezzi prodotti all'"assicurazione qualità" dei processi di
produzione. Questo vale in generale per l'organizzazione e
quindi richiede un cambiamento culturale generale
2. bisogna che i comportamenti
"attesi" siano chiaramente esplicitati in procedure scritte.
Ovviamente ci si focalizza sulle attività più rilevanti per
entità di rischio, frequenza di applicazione, numero di
esposti, storia degli incidenti; tuttavia molti comportamenti
"virtuosi" non devono essere circoscritti alle attività più
critiche, ma devono pervadere il modo di lavorare anche nei
processi più semplici(uso dei DPI, uso di attrezzature,
movimentazione carichi, segnalazione delle situazioni di
pericolo, cura per la sicurezza degli altri, ecc.)
3.E' necessario che tutti
comprendano che le osservazioni dei comportamenti vengono
fatte per ricercare opportunità di miglioramento con l'aiuto
degli stessi lavoratori (mai con scopo o effetto
sanzionatorio): anche questo é un cambio culturale che non può
essere ristretto ad alcuni processi o persone.
4. Quando alla fine saranno
stati individuati i comportamenti da migliorare, allora la
psicologia ci potrà aiutare a valutare le varie opportunità di
azioni di miglioramento, da innestare su una solida base di
coinvolgimento, partecipazione, comunicazione,
riconoscimento.
Concludendo, se si applicasse
la BBS come se fosse un'operazione chirurgica o un trattamento
topico si andrebbe incontro ad un sicuro rigetto: si può
iniziare dal piccolo o da un pilota, ma la strategia
complessiva, ed in particolare quella di formazione e di
comunicazione, deve traguardare il coinvolgimento e il
cambiamento culturale di tutta l'Azienda.
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